Radio Popolare compie quarant’anni. Per un media, una giovane età. Per un’emittente privata in Italia, un’epoca storica. Era il dicembre del 1975 e molte cose sono cambiate da allora. In questi quattro decenni abbiamo inventato e innovato il modo di fare radio. Siamo partiti da un appartamento di Corso Buenos Aires e siamo arrivati all’attuale, grande sede; abbiamo iniziato con molti volontari e adesso siamo un’azienda con una cinquantina di dipendenti.
Una generazione ha già passato il testimone all’altra. Il nostro modo di vedere le cose, il nostro linguaggio è mutato. Siamo stati al passo con i tempi, quando non li abbiamo anticipati. Alcune cose, però, rimangono uguali a sé stesse: Radio Popolare è un luogo dove (ancora) si pensa. Manteniamo il nostro approccio critico senza avere alcun pregiudizio.
Custodiamo la nostra indipendenza come un vero e proprio tesoro: siamo nati da un anelito di libertà ed è con quello spirito che proseguiamo il nostro lavoro. Anche il rapporto con i nostri ascoltatori non è cambiato. Sono la nostra comunità: condividiamo con loro gli stessi valori, simili stili di vita, analoghi modelli culturali. Lo facciano con i più anziani e con i più giovani. Senza di loro, senza coloro che per anni e anni ci hanno sostenuto, noi non ci saremmo.
Questa radio vive grazie agli abbonati e ai sostenitori. Un’altra cosa non è mutata nella natura della radio: la sua voglia di affrontare nuove sfide. Questo sito è l’ultimo esempio. Quarant’anni dopo, Radio Popolare non lascia, ma raddoppia. La nostra informazione, le vostre idee, non saranno più confinate solo sulle frequenze, ma le potrete trovare anche sul web. Il nostro orizzonte è ormai multimediale. Quarant’anni dopo, crescere liberi è una necessità, ma rimane soprattuttto un nostro desiderio: la nostra grande ambizione.
Il direttore, Michele Migone