Dopo 32 anni è stato arrestato a Torino uno dei presunti assassini delprocuratore Bruno Caccia.
Il giudice fu ucciso la sera del 26 giugno 1983 con 14 colpi di pistola nelle colline vicine al capoluogo piemontese.
Il fermato si chiama Rocco Schirripa, è un panettiere torinese di 64 anni imparentato con la famiglia ndranghetista di Domenico Belfiore considerato il mandante dell’omicidio.
Belfiore infatti è ritenuto il numero uno delle cosche nel nord-ovest negli anni ’90. Il boss, che avrebbe deciso l’eliminazione del procuratore per le sue indagini sul riciclaggio del denaro delle organizzazioni criminali, è stato condannato all’ergastolo ma è uscito di prigione pochi mesi fa per motivi di salute.
L’inchiesta è stata coordinata dai pm Milanese Ilda Bocassini e MarcelloTatangelo.”Le indagini hanno confermato che i calabresi sono stati mandanti ed esecutori materiali di un omicidio di mafia di questa portata”, ha spiegato Ilda Boccassini durante una conferenza stampa in Procura a Milano. “Le indagini vanno avanti – ha proseguito – e stiamo verificando se l’omicidio sia stato voluto dalla famiglia Belfiore con il beneplacito dell’organizzazione in Calabria”.
L’attore e scrittore Giulio Cavalli ha dedicato al magistrato un suo monologo, Il Sorriso di Bruno Caccia.