Giuliano Pisapia potrebbe ripensare all’ipotesi di una sua ricandidatura alle elezioni della prossima primavera.
Le preoccupazioni per quanto è avvenuto in questi mesi nel centrosinistra, e anche nel centrodestra, fanno riflettere il sindaco di Milano.
Nelle ultime settimane lo scenario è cambiato: c’è stata la fine di Expo, l’avvicinarsi della data per la raccolta firme per le candidature, la ripresa della discussione. E la fine dell’esperienza di centrosinistra largo di governo è sembrata sempre più vicina e scontata, più per le alchimie della politica, anche di settori del centrosinistra, che per lo scontento dei cittadini per l’operato dell’amministrazione, ovviamente perfettibile.
La situazione a Palazzo Marino si è complicata da marzo, dalla domenica in cui Pisapia ha annunciato definitivamente il suo no a un possibile secondo mandato, peraltro dopo una fase di incertezza.
Per mesi è stato chiesto al sindaco di ripensarci, sia dalle forze politiche del centrosinistra che da ampi settori sociali, economici e culturali della città.
Ma il successo di Expo, un’impresa impensabile quattro anni fa all’insediamento di Pisapia a Palazzo Marino, ha fatto crescere le quotazioni di Giuseppe Sala. Il commissario unico ha immediatamente cercato di capitalizzare politicamente questo successo. Si è mosso con misura; ha fatto sapere a mezzo stampa “di non essere Pisapia” e contemporaneamente ha detto di aver incontrato l’ex ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi, esponente di punta dell’Ncd marcato Comunione e Liberazione e Compagnia delle Opere.
Proprio esponenti che fanno riferimento a questo intreccio politico, economico e religioso, come Antonio Acerbo, non sono stati confermati da Pisapia a Palazzo Marino, ma sono stati ripescati da Sala a Expo spa, per poi essere coinvolti in inchieste giudiziarie per tangenti, mettendo a rischio lo svolgimento della manifestazione.
Questo cambio di scenario politico sta avvenendo con il via libera di fatto del presidente del consiglio e segretario del partito democratico Matteo Renzi. Renzi ha chiesto più volte al sindaco di ripensarci, ma, vista la fermezza della scelta di Pisapia, non si è certo prodigato nel cercare di far proseguire l’originalità politica di Milano. Si è preoccupato di vincere, meglio se con un quadro politico più simile a quello nazionale; del resto è molto chiaro che le elezioni di Palazzo Marino decideranno equilibri ben più estesi della città metropolitana.
Per questo Pisapia ha iniziato a riflettere sulla sua scelta di non ricandidarsi. Pisapia non ha ancora cambiato idea, ma gli ultimi eventi non lo hanno lasciato saldo nella sua decisione di non ricandidarsi alla guida di Milano.